Parte seconda: l’issata, la navigazione e l’ammainata
L’issata:
Stiamo navigando e si presentano le condizioni ideali per issare il Gennkaer. Fortunatamente abbiamo preparato tutto in anticipo e possiamo passare subito all’issata. La prima cosa da fare è legare il sacco del gennaker ad una draglia per evitare che venga issato insieme alla vela …
Ora organizziamo bene la manovra. La responsabilità maggiore è nelle mani del timoniere che deve mantenere una rotta costante con un angolo di circa 160° con il vento in modo che il gennaker salendo rimanga coperto dalla randa e non prenda vento. Prima di iniziare a recuperare la drizza bisogna ancora mettere in tensione la mura. A questo punto possiamo recuperare la drizza. Quando la vela sarà issata completamente potremo iniziare a tirare la giusta estremità della cima che fa salire la calza liberando il gennaker. Terminata anche questa operazione blocchiamo la cima all’albero per evitare che voli via. Adesso il timoniere potrà iniziare ad orzare dolcemente fino a far gonfiare il gennaker mentre un’altra persona avrà dato volta attorno ad un winch alla scotta per la relativa regolazione.
La navigazione:
Gonfiato il gennaker dobbiamo trovare il giusto angolo che ci permetta di navigare veloci. Meno vento c’è e più bisognerà tenere un angolo stretto. Questo ci permette di crearci sempre un po’ di vento apparente e far partire la barca. Proviamo poi a poggiare lentamente fino a quando non sentiremo più la pressione del vento sul viso. Quello è il momento di riorzare nuovamente per crearsi di nuovo un po’ di vento apparente.
Con vento medio invece riusciremo a tenere angoli più ampi e poggiare di più. Non esageriamo neanche qui perché se poggiamo troppo il gennaker rimarrà coperto dalla randa e si sgonfierà. Anche in questo caso sarà sufficiente orzare nuovamente per farlo rigonfiare.
I barber sono importanti?
Per avere una vela più stabile e migliorare le prestazioni si possono usare i barber. Cosa sono? Sono due cime (una per lato) rinviate in pozzetto tramite un bozzello fissato sulla falchetta, poco più a poppa delle sartie. All’estremità hanno una pastecca nella quale viene fatta scorrere la scotta del gennaker. La loro funzione è molto simile a quella dei carrelli del genoa. Più poggiamo e laschiamo il gennaker e maggiore sarà il tiro orizzontale della scotta. La conseguenza è che la vela nella parte alta sarà troppo aperta (svergolata) e tenderà a non portare. Cazzando il barber aumenteremo il tiro verticale della scotta dando la giusta forma alla vela e aumentandone anche la stabilità. Non avete i barber a bordo? Molte volte mi sono trovato in questa situazione e ne ho fatto uno in pochissimo tempo a costo zero. Basta procurarsi una cima di piccolo diametro fissarla ad esempio alla galloccia per l’ormeggio che solitamente è presente a metà barca, farla passare attorno alla scotta gennaker e riportarla sulla galloccia fissandola con qualche collo. Avremo un po’ di attrito sulla scotta gennaker ma le prestazioni aumenteranno sicuramente. Se poi ci prendete gusto e ne capite l’importanza potete sempre investire qualche decina di euro e acquistare qualche bozzello per farvi i vostri barber su misura
Pronti alla stramba?
La strambata col gennaker per i non esperti può creare sempre un po’ di apprensione. Se pianificata bene in anticipo si può fare senza grossi problemi. Serviranno un po’ di braccia quindi meglio spiegare bene a tutti come si svilupperà la manovra. Consideriamo di fare la strambata esterna che sarà quella più semplice e anche la più utilizzata. Quando il timoniere inizia a poggiare chi si trova alla regolazione della scotta dovrà lascarla seguendola con le mani e all’ultimo togliendo tutti i giri intorno al winch per agevolare maggiormente lo scorrimento. Questa operazione è fondamentale perché se non laschiamo bene la scotta il gennaker non riuscirà a ruotare oltre la prua e passare sulle altre mure. Come già detto, nel caso di poco vento, può essere utile avere una persona a prua che aiuta la vela a girare. Ora entra in gioco il timoniere che dovrà tenere d’occhio la vela e cambiare mure solo quando vedrà la bugna del gennaker oltre la prua. A questo punto può velocizzare la rotazione della barca e riorzare per mettersi sulla nuova rotta. Contemporaneamente ci dovrà essere una persona che recupererà la nuova scotta del gennaker per completarne la rotazione e farlo rigonfiare sulle nuove mure.
Come si ammaina?
L’ammainata è forse la manovra più complicata anche perché magari non ci accorgiamo che il vento sta aumentando e poi ci ritroviamo con 15/20 nodi a surfare sulle onde … anche in questo caso il lavoro del timoniere sarà fondamentale per la buona riuscita dell’operazione. Prima di ammainare la drizza bisognerà chiudere la calza. Per farlo però è necessario sgonfiare il gennaker il che significa mollare la scotta e farlo sbattere. Il timoniere dovrà poggiare fino a coprirlo con la randa e togliergli pressione. In questo modo la vela si sgonfierà da sola. Subito dopo ci dovrà essere una persona a prua che prenderà la cima della calza e rigorosamente da seduto inizierà a farla scendere fino al fondo. Poi il drizzista potrà iniziare a far scendere la vela che verrà riposta nel sacco a fisarmonica. Durante tutto questo tempo il timoniere non dovrà mai orzare perché altrimenti rischierebbe di far prendere vento alla vela rendendo difficoltosa e lunga la manovra di recupero.