PARTE 2: analizziamo in questa seconda parte i 3 casi più difficili di disormeggio
Caso 4: disormeggio con vento al traverso che spira verso l’uscita del canale con barche ormeggiate di fianco. (livello di difficoltà 4)

In questa situazione le cose iniziano a complicarsi un poco. Una volta mollati gli ormeggi e iniziato a muoversi in avanti la prua inizierà a scadere sottovento e di conseguenza lo spigolo di poppa di dritta si avvicinerà alla barca sopravento. Non potremo neanche uscire troppo veloci perché saremo probabilmente schiacciati tra le barche a fianco, con i parabordi che si incastreranno uno con l’altro. Se le barche che abbiamo vicino non sono molto grandi potremo provare a crearci un po’ di spazio spingendo la barca sottovento facendo forza sulle sue sartie. Un altro stratagemma potrebbe essere quello di fare passare una cima a doppino attorno a qualche appiglio (strallo, genoa avvolgibile, galloccia, etc) sulla prua della barca sopravento in modo da tenere la nostra prua “alta” il più possibile mentre usciamo e poi sfilarla velocemente. Una volta che siamo quasi liberi dalle altre barche dobbiamo fare attenzione a non prendere la trappa di prua della barca sottovento prima con la deriva, poi con l’elica e il timone. Per allontanare la poppa potremo accostare a sinistra con un colpo deciso di acceleratore.
Caso 5: disormeggio con vento al traverso che spira dall’uscita del canale, senza barche ormeggiate di fianco. (livello di difficoltà 5)

Qui la difficoltà aumenta perché come molliamo gli ormeggi la barca inizierà subito a scarrocciare sottovento, soprattutto con la prua, generando un maggior raggio di evoluzione. Se il canale e lo spazio che abbiamo davanti non è molto ampio potremmo correre il rischio di finire contro le barche ormeggiate di fronte. Quali soluzioni adottare?
La prima può essere quella di aiutarsi con il motore a “sollevare” la prua verso il vento. Come si fa? Si iniziano a liberare le cime di ormeggio sottovento sia a prua che a poppa. Poi si lascia filare un po’ la cima di ormeggio di poppa sopravento (diciamo circa 3-4 metri), si innesta la marcia avanti (facendo molta attenzione a non prendere la sagola collegata alla trappa dell’ormeggio di prua nell’elica!!!), si accosta con il timone verso il vento e accelerando si vedrà la prua muoversi lentamente sopravento. Quando riteniamo di avere sufficiente spazio per la manovra, allora possiamo mollare entrambi gli ormeggi (prima prua e poi poppa), accelerare decisi e uscire.
Vediamo una seconda manovra da fare. La prima cosa è sempre quella di mollare le cime di ormeggio sottovento che non servono a niente sia a prua che a poppa. Poi come già spiegato si preparano le code delle cime rimaste a bordo. Quando siamo tutti pronti, molliamo prima la cima di poppa in modo tale che la barca inizi a ruotare facendo perno sulla trappa di prua. Quando abbiamo un buon angolo di uscita mettiamo la marcia avanti, molliamo la trappa e acceleriamo decisi accostando con il timone verso il vento.
Per fare questa manovra dovremo avere un po’ di spazio sottovento, diciamo almeno 3-4 ormeggi liberi, altrimenti rischiamo di scadere con la poppa sulle barche sottovento.
Caso 6: disormeggio con vento al traverso che spira dall’uscita del canale, con barche ormeggiate di fianco. (livello di difficoltà 7)

Questa inizia ad essere una manovra difficoltosa perché come spiegato in precedenza quando accostiamo col timone facciamo ruotare maggiormente la poppa della prua e quindi, fino a quando non siamo quasi completamente fuori dalle altre barche, non potremo iniziare la rotazione. Inoltre man mano che usciamo la prua scadrà sottovento complicando maggiormente la manovra. Una cosa che possiamo fare è tenere in mano la trappa di prua sopravento e recuperarla mentre la barca esce (ci vuole comunque una discreta forza nel farlo) per non fare scadere la prua. Oppure come detto in precedenza fare passare una cima a doppino su un appiglio sulla prua della barca sopravento e usare quella per tenere la prua alta.
Questa comunque è una manovra nella quale consiglio sempre di avere un piano B. Mi spiego meglio. Se abbiamo sufficiente spazio a prua e il vento non è particolarmente forte proviamo a fare la classica manovra per uscire accostando a sinistra appena liberi dalle trappe sottovento. Se però ci accorgiamo che il vento non ci permette di far ruotare sufficientemente la prua sopravento, dobbiamo mantenere il sangue freddo e iniziare subito il piano B. Questo consiste nel fare la manovra opposta cioè mettere subito la retro in modo deciso, accostare a dritta e uscire in poppa. È una manovra che può essere impostata direttamente all’inizio se pensiamo di non farcela ad uscire di prua. È anche relativamente semplice da attuare soprattutto con un’elica destrorsa che quindi in retro ci aiuterà a ruotare la poppa a sinistra.