Guardando i video delle regate in televisione o su internet, la virata sembra la manovra più semplice da fare. Però quando ci ritroviamo sulla nostra barca con i nostri amici le cose si complicano e c’è sempre un intoppo che non ci permette di terminare la virata con la barca in velocità sulla giusta rotta.
Vediamo insieme qual è la sequenza corretta delle manovre da fare. Prima di tutto una cosa fondamentale è di approcciare la virata partendo da una andatura di bolina. Per molti è scontato ma capita di vedere in alcuni casi una barca che procede al lasco e volendo invertire la rotta per tornare indietro, inizia a orzare e virare. Il più delle volte la virata termina con la barca prua al vento ferma, senza più abbrivio. Se ci troviamo di lasco è importante portarsi su una rotta di bolina cazzando le vele, prendendo velocità e solo a questo punto iniziare la virata. Ricordiamoci che ogni volta che usiamo il timone la barca frena e rallenta; quindi meno tempo teniamo il timone alla banda e meglio è.
Siamo di bolina con le vele a segno e la barca lanciata: ci sono quindi le condizioni per iniziare la virata. Anche se siamo in crociera con amici e parenti è sempre meglio per questioni di sicurezza che il timoniere faccia sapere a tutti le sue intenzioni con la famosa frase “pronti a virare?”. In questo modo tutti sapranno che sta per succedere qualcosa, i più esperti ci daranno una mano mentre gli altri si allarmeranno chiedendo dove si devono mettere per non dare fastidio … in pratica c’è una selezione naturale a bordo.
Il timoniere a questo punto dovrà organizzare la manovra: una persona che molli la scotta del fiocco e una o due che recuperino quella nuova. Chi si occupa di mollare la scotta in tensione ha un compito importante: mantenere la barca il più possibile in velocità. La classica situazione che si riscontra con chi non è molto pratico è che quando il timoniere dice “pronti a virare?” il malcapitato molla immediatamente la scotta del genoa rallentando subito la barca. Non è facile trovare il giusto momento per mollare la scotta: bisognerebbe farlo guardando sempre verso prua la vela; quando ci accorgiamo che inizia a sgonfiarsi nella parte anteriore vicino allo strallo, quello è il momento giusto. Perché? Perché se aspettiamo ancora qualche secondo rischiamo che il fiocco vada “a collo” gonfiandosi al contrario: anche se con poco vento può essere una manovra che aiuta la prua a ruotare, il più delle volte accelera troppo la rotazione della barca rallentandola. Se invece molliamo la scotta troppo presto, il fiocco inizierà a sbattere rallentando la barca e facendole subito perdere abbrivio.
Il timoniere ha quindi iniziato a orzare, la prima parte della virata va fatta più lenta per far perdere meno abbrivio possibile alla barca. Una volta arrivati prua al vento la velocità di rotazione deve essere aumentata per portarsi subito sulle nuove mura e poter accelerare.
Passata la prua al vento la palla passa alle persone che devono recuperare la nuova scotta genoa. In questo caso chi non è molto pratico, quando il timoniere inizia la virata, comincia subito a recuperare con tutte le sue forze la nuova scotta del genoa facendolo addirittura passare prima che la barca abbia terminato la virata con la conseguenza che ha speso moltissime energie e ha rallentato la barca avendo fatto passare la vela troppo presto sulle nuove mura.
La giusta manovra va fatta nel modo seguente: non bisogna mai anticipare il movimento del genoa da una parte all’altra ma semplicemente accompagnarlo. Questo significa che nella prima parte della virata, quando la vela inizia a spostarsi e supera l’albero, ci dovremo limitare semplicemente a recuperare l’imbando della scotta. Solo quando la bugna arriverà in prossimità delle sartie dovremo accelerare il recupero e, appena la bugna scavalca le sartie, dare il massimo per recuperare nel minor tempo possibile tutta la vela. In questo momento ci deve essere un buon coordinamento tra timoniere e colui che sta alle scotte. Se il timoniere non ferma la rotazione della barca sulla giusta rotta di bolina larga, chi recupera la scotta si ritroverà con il fiocco gonfio al traverso o nel peggiore dei casi di lasco senza aver avuto la possibilità di recuperarlo a mano velocemente. Fondamentale risulta quindi il ruolo del timoniere che deve tenere sempre d’occhio il genoa e fermare la rotazione della barca non appena il genoa passa oltre le sartie aggiuntando poi “di fino” la rotta per far ripartire la barca nel minor tempo possibile.