Tutti quanti avremo subito l’effetto evolutivo dell’elica durante le manovre di ormeggio o, in generale, quando si inverte il moto della barca. Che cos’è, come si può contrastare ed utilizzare a proprio vantaggio?
Chi ha fatto l’esame per la patente nautica da poco tempo sicuramente sarà molto preparato sull’argomento visto che ci sono diversi quiz su questa tematica. Per chi invece ancora non ha capito bene come funzioni o ha bisogno di un ripasso, cerchiamo di chiarirgli le idee.
Innanzi tutto l’effetto evolutivo dell’elica è dovuto alla rotazione della stessa. In particolare un’elica che in marcia avanti vista da poppa ruota in senso orario (destrorsa) tenderà a far spostare la poppa a dritta, mentre un’elica che in marcia avanti vista da poppa ruota in senso antiorario (sinistrorsa) tenderà a far spostare la poppa a sinistra. In marcia indietro gli effetti sono opposti in quanto cambia il senso di rotazione dell’elica. L’effetto aumenta all’aumentare dei giri dell’elica e al diminuire della velocità della barca. L’effetto massimo si ha con barca ferma, innestando la retro e accelerando.
Durante le manovre di ormeggio ci sono quei 5/10 secondi nei quali dobbiamo subire l’effetto evolutivo e aspettare che il timone “prenda” e la barca inizi a reagire. Alle volte ci sembrano interminabili e in alcuni casi ci obbligano a rifare la manovra. Ci sono alcuni piccoli accorgimenti che ci possono permettere di ridurre notevolmente tale effetto.
Ipotizziamo di avere un’elica destrorsa e dover ormeggiare come nella figura sotto. Stiamo arrivando in prossimità del nostro ormeggio (pos. 1) e dobbiamo invertire il moto della barca. Quando inseriremo la retro la nostra poppa tenderà a spostarsi a sinistra. Per ridurre tale effetto, nel momento in cui innestiamo la retro, accostiamo leggermente con il timone a sinistra, dalla stessa parte dell’effetto evolutivo (pos. 2). Importante è mantenere un minimo di abbrivio in avanti. Così facendo la poppa si sposterà a destra bilanciando l’effetto opposto generato dall’elica. Nel momento in cui vediamo che la barca è ferma e inizia a indietreggiare spostiamo il timone tutto dalla parte opposta (pos. 3) e poi regoliamone l’angolo in base alla rotta da seguire (pos. 4). Per riuscire a fare tale operazione in modo corretto servirà un po’ di pratica perché bisognerà capire quanto accostare e soprattutto sincronizzare il secondo movimento del timone per portarlo dalla parte opposta al momento giusto.

Con elica sinistrorsa tutto andrà fatto esattamente al contrario.
Se c’è vento al traverso o di prua le cose si complicano perché bisogna considerare anche gli effetti del vento sullo scafo. Consideriamo sempre un’elica destrorsa. Bisogna, se possibile, posizionarsi in modo tale che gli effetti del vento e dell’effetto evolutivo si annullino. Nel disegno sotto vediamo come impostare la manovra nel caso di vento proveniente da prua. Come nel caso precedente superiamo il nostro punto di ormeggio per prendere il giusto spazio per manovrare in sicurezza (pos. 1). Nel momento in cui decidiamo di inserire la retro, accostiamo leggermente a sinistra fino a far prendere il vento al mascone di dritta (pos. 2). L’effetto del vento farà scadere la prua a sinistra e conseguentemente la poppa a dritta, dalla parte opposta quindi dell’effetto evolutivo generato dalla retro. Quando la barca inizia a indietreggiare e il timone a governare, allora riportiamolo al centro (pos. 3) e mettiamolo subito nella posizione corretta per garantirci la giusta rotta di approccio al nostro ormeggio (pos. 4).

Questa manovra è più facile a dirsi che a farsi. Infatti molto dipende dall’intensità del vento e dal tempo che ci impiega la nostra barca a invertire la rotta. Con 20 nodi in prua probabilmente sarà maggiore l’effetto del vento che quello evolutivo. Sono tutte cose che bisogna provare con pazienza per prendere sintonia con la barca e i suoi organi di manovra.
Finite le crociere estive allenatevi durante le vostre uscite giornaliere prendendovi un po’ di tempo a fare queste prove. Le vostre manovre ne gioveranno sicuramente.