Nell’era di internet anche nostro padre e nostra madre si sono conosciuti su un nuovo sito di incontri on-line. Nostro padre voleva assolutamente 3 figli e alla fine dopo varie ricerche è finito su un sito dove ha trovato l’amore. Nostro padre è una persona molto impegnata che ama farsi le cose in autonomia e soprattutto ama la sua nuova barca a vela. Nostra madre invece è molto conosciuta sia a livello nazionale che internazionale e alcuni suoi figli (si lei ne ha molti) hanno addirittura vinto la medaglia d’oro alle olimpiadi. Nostra madre si è impegnata a consegnarci a nostro padre in sole 3 settimane e così è stato.
Alla data prestabilita la cicogna ci ha fatto arrivare direttamente davanti alla porta di casa. Quando ha visto il pacco nostro padre non stava più nella pelle era felicissimo e non vedeva l’ora di portarci in barca. I nostri nomi sono un po’ strani ma anche tutti i nostri fratelli si chiamano così: randa, genoa e gennaker.
Appena arrivati in barca ci siamo subito accorti di alcune disparità di trattamento. Io e mio fratello fiocco siamo stati subito tirati fuori dal sacco e abbiamo visto la luce, mentre gennaker è stato riposto sotto coperta dove abbiamo scoperto che passerà la maggior parte del tempo. Io e fiocco invece siamo subito stati montati e abbiamo scoperto che passeremo li, all’esterno, il resto della nostra esistenza.
Io sono la randa, la vela principale anche se questo ruolo nella nostra lingua non viene sottolineato. Preferisco molto di più quando mi chiamano in inglese o francese, allora si che mi sento importante. Sono comunque quella che viene sempre issata per prima e ammainata per ultima e molto spesso sono anche l’unica. Capita che mi issino solo per fare ombra anche se non c’è un filo di vento e la barca si muove a motore. Io preferirei starmene chiusa nella mia easy bag perché comunque il sole non mi fa bene, ma intanto questo in pochi lo sanno o, pur sapendolo fanno finta di niente. Mio fratello genoa invece è quello più triste perché deve stare tutto il tempo arrotolato e raramente viene utilizzato. È quello che si bagna di più perché ci ripara dalle onde e se le becca tutte. Ogni tanto durante le virate ci sfioriamo ma a lui non piace molto perché sbatte sempre su un palo molto duro e poi quando passa dall’altra parte sta un sacco di tempo a fileggiare prima di potersi gonfiare nuovamente. Anche a me la virata non piace molto. Mio padre mi ha voluta fare alla moda con una schiena molto curva e tutte le volte che la barca vira sbatto violentemente contro un cavo d’acciaio che tiene in piedi, tirando verso poppa, il palo dove invece sbatte mio fratello. Ma guai a farsi male o lamentarsi, altrimenti mio padre se la prende subito con la mamma e noi non vogliamo che litighino.
Mio fratello genoa soffre spesso di mal di pancia. Capita che quando andiamo di bolina la sua base sia troppo panciuta lui cerca di farlo capire a papà ma senza risultato. Questo poi fa star male anche me perché anche se mi sforzo non riesco a gonfiami bene e la parte vicino al palo rimane un po’ sgonfia. Così mio padre inizia subito a parlar male della mamma; noi cerchiamo di fargli capire che la mamma non centra niente anzi, magari potrebbe invitarla in barca almeno una volta cosi gli potrebbe spiegare come si tengono i bambini come noi e come si portano a spasso. La mamma è sempre disponibile e glielo ha detto più volte di chiamarla ma lui per il momento preferisce fare da solo.
Altre volte mio fratello genoa soffre invece di mal di testa. Quando andiamo di bolina e papà si è deciso a tirare indietro i carrelli del punto di scotta per eliminare il mal di pancia, capita che esageri così il mio povero fratellino si ritrova magrissimo sulla base tutto tirato che sembra che non mangi da settimane e in cima la balumina che sbatte continuamente. Questo a me non crea molti problemi se non il fastidio di sentire questa vibrazione che poi si ripercuote su tutta la barca e poi più che altro soffro per lui, mi fa quasi pena.
Sono passati diversi mesi, nostro padre finalmente si è deciso a chiamare la mamma per farsi dare qualche consiglio così le cose sono migliorate. Io e mio fratello siamo un po’ tristi perché non abbiamo più visto nostro fratello gennaker. Ha passato tutto il tempo sottocoperta, ogni tanto qualche amico di papà gli diceva di tirarlo fuori ma lui rispondeva che era delicato, aveva paura di romperlo e soprattutto era complicato gestirlo perché sempre molto nervoso e meteoropatico. Poi finalmente uno giorno vediamo che il sacco di gennaker esce da sotto coperta e viene portato a prua. Io e mio fratello non potevamo crederci, finalmente lo vedevamo e potevamo fare due chiacchiere. Lui era tutto colorato, bellissimo, al contrario di noi. Ci ha detto comunque di essere stato bene sotto coperta anche se ha preso un po’ di umidita e avrebbe preferito starsene a casa. Mentre viene issato notiamo una cosa strana; ha una specie di calza tutta intorno. Lui ci spiega che serve a proteggerlo tutte le volte che si struscia contro un’altra vela. Durante la sua permanenza sotto coperta ci ha svelato che anche nostro papà usa sempre una protezione simile ma trasparente, quando si struscia sopra una ragazza.
Gennaker deve essere molto cagionevole di salute perché prima di issarlo papà ha messo nastro isolante dappertutto e quando in issata e ammainata gennaker strusciava sul genoa e altre parti ripeteva sempre di fare piano. Questa deve essere una prassi comune in queste situazioni perché ci ha confermato gennaker che sono le stesse parole che diceva la ragazza sotto coperta mentre si strusciava con papà.
Dopo quella giornata gennaker è di nuovo sparito sottocoperta è non si è più visto per lungo tempo. Durante l’inverno io e mio fratello siamo tornati dalla mamma a farci curare qualche graffietto che ci eravamo procurati. Ci ha fatto molto piacere rivedere mamma veleria e farci un po’ coccolare da lei. Abbiamo visto molte vele tristi nel porto rimanere per mesi inutilizzate sul boma o avvolte sullo strallo. Sono immagini toccanti che non vorremmo mai vedere. Ci rendiamo conto di essere vele fortunate e, anche se nostro padre non sa molto bene come regolarci, gli vogliamo bene lo stesso.
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